Sartor Resartus | |
---|---|
Un ritratto dell'autore tratto dal Century Magazine ad opera di Thomas Johnson (da una fotografia del 1874) | |
Autore | Thomas Carlyle |
1ª ed. originale | 1836 |
1ª ed. italiana | 1910 |
Genere | romanzo |
Sottogenere | romanzo filosofico |
Lingua originale | inglese |
Sartor Resartus (Il sarto rappezzato) è un'opera scritta da Thomas Carlyle a partire dal 1831. Inizialmente, venne pubblicata a puntate sulla rivista Fraser's Magazine tra il 1833 e il 1834. La pubblicazione in volume unico avvenne per la prima volta negli Stati Uniti, a Boston, nel 1836, grazie agli sforzi di Ralph Waldo Emerson (che ne scrisse anche la prefazione). La prima edizione inglese in volume unico apparve, invece, nel 1838, forse sull'onda del successo che Carlyle aveva ottenuto con la Storia della Rivoluzione francese del 1837.
Il Sartor Resartus è allo stesso tempo testo e commento al testo, è satira di costume, filosofia, racconto autobiografico. «[...] Nessuno ha sentito con altrettanta intensità che questo mondo è irreale (irreale come gli incubi, e disumano). Sartor Resartus spiega e giustifica questa irrealtà [...] Non esiste un libro più intrepido e vulcanico, più tormentato dalla desolazione, di Sartor Resartus.» (Dalla Nota preliminare di Jorge Luis Borges)[1]
In Italia era apparso nel 1905, nella traduzione di Francesco e Giacinto Chimenti, che Laterza ristampò nel 1910 e nel 1924. Del 2009 è la traduzione di Carla Maggiori, edita da Liberilibri.
La sua influenza è stata significativa: Thomas Hardy, Joseph Conrad, D. H. Lawrence, James Joyce, Virginia Woolf, ad esempio, si sono ispirati al Sartor Resartus a vario titolo. Ma il testo è stato rilevante anche per autori non anglofoni come Miguel de Unamuno, Charles Baudelaire, Yukio Mishima.[2]